mercoledì 19 aprile 2017

Analfabetismo funzionale & altre amenità - Parte I

Orso, simpatico nome medioevale, descrittivo di
un peloso, goffo animale, dedito alla letargia
al divoramento di salmoni, e grattarsi la schiena
contro i tronchi: insomma, il mio fidanzato.
Chiedo umilmente perdono per il periodo di silenzio: mi sono goduta la mia vita privata, le rane fritte e l'agnello a Pasqua, il mio fidanzato (da qui in poi noto come Orso), e altre cose che la Falena mi ha fisicamente impedito di apprezzare per mesi.
A impedirmi fisicamente di aggiornare il blog come avrei voluto, inoltre, è stato un Furbone Astutissimo™ che, evidentemente ritenendosi offeso mortalmente dalle mie asserzioni sull'inutilità di trattare la Falena con omeopatia e fiori di Bach, ha ben pensato (nell'ordine):


  1. di scrivermi un commento ingiurioso, il primo e unico ricevuto da questo blog (prontamente eliminato senza neanche tentare la replica);
  2.  vista la mala parata, di tempestarmi di mail in cui mi ha accusato di ogni possibile nefandezza, dallo squartamento di animali vivi allo scippo alle vecchiette (sto un po' colorendo l'aneddoto per renderlo simpatico, visto che personalmente non lo è stato per niente);
  3. quando le mail sono finite diritte nel cestino - cioè dopo parecchi giorni, visto che io raramente controllo l'indirizzo collegato a questo blog e non me n'ero accorta - e il Furbone Astutissimo™ inserito nella cartella SPAM, quest'individuo (nel cui nickname era presente la parola VEG a caratteri cubitali) ha ben pensato di tentare di forzare il mio indirizzo da PESCARA, causandone il blocco, la necessità di contattare Gmail, il cambio di password e una serie di operazioni che mi hanno causato un certo disagio, tale da tenermi lontana da questi lidi per un po'.
Tralasciando il dubbio gusto di tormentare un'estranea dicendole di tutto e di più senza alcun motivo - non mi resta che pensare che questo VEGFUrbone Astutissimo™ risenta grandemente degli effetti neurologici della privazione di vitamina B12 - sento che occorre ribadire alcuni punti che, evidentemente, non erano apparsi sufficientemente chiari nel precedente post.


1) Analfabetismo funzionale all'attacco
Negli anni scorsi, è salito alle luci - fosche, in questo caso - della ribalta un fenomeno abbastanza inquietante.
In parole povere, pare che gli italiani siano uno dei popoli al mondo con la più alta percentuale di analfabeti funzionali in proporzione alla popolazione scolarizzata.
Un analfabeta funzionale è un soggetto che, pur essendo del tutto in grado di leggere e scrivere, ha dei problemi nell'interpretazione del testo
In parole povere: non capisce un acciderba di niente di quello che gli viene messo sotto il naso, prestando fede alle peggiori bufale, incazzandosi come una iena per cose che non esistono in quanto ha frainteso dati esposti anche in linea comprensibile, e dimostrandosi in genere stupido come una zappa (agli occhi di chi non appartiene al 47% di analfabeti funzionali).
Persino LUI ha dei momenti di analfabetismo funzionale.
Immaginatelo leggere la sceneggiatura di Downton Abbey, o
un romanzo di Danielle Steel, e ci siete.
Tutti siamo in qualche misura analfabeti funzionali, almeno occasionalmente: io lo sono, ad esempio, davanti ai manuali di ingegneria quando spiegano il funzionamento di qualsiasi congegno meccanico più complesso della carrucola. Ammettere di non essere in grado di comprendere qualcosa - perché non ci interessa, o in quanto non si ha la preparazione necessaria - non è un crimine; anzi, è umano e lodevole.

Ciò nonostante, il web è un luogo oscuro, e pieno di terrori: alcuni di questi sono costituiti, per l'appunto, dagli analfabeti funzionali che si appostano nell'ombra cercando qualche cosa per la quale indignarsi.
Siccome queste persone non si indignano mai per cause che meriterebbero un qualche dispendio di energia, trovano molto più semplice prendersela con un blog (pochissimo visitato e ancor meno commentato) di una persona che vuole semplicemente condividere la propria esperienza con un fenomeno ostico quanto comune come la depressione.
Questo perché VEGFurbone Astutissimo™ non ha evidentemente compreso il messaggio principale, che ripeterò per comodità espositiva a lettere cubitali:

Questo blog rappresenta solo la mia esperienza personale, non intende parlare per altri né fornire consigli clinici o farmacologici.
Le uniche informazioni di tal genere qui riportate hanno solide basi scientifiche, riconosciute dalla comunità medica e psichiatrica, e potrebbero essere confermate da qualunque dottore dotato di sale in zucca.

Ciò detto, passiamo al punto 2.

2)Perché l'omeopatia non ha basi scientifiche (e neanche i fiori di Bach)
L'omeopatia è una pseudomedicina inventata a cavallo tra il XVIII e XIX secolo da un medico tedesco che - in un periodo nel quale si ignoravano le cause patologiche di malattie e infezioni - aveva pensato che (semplifico estremamente, le informazioni più approfondite le potete trovare qui):

  1. Diluendo oltre la 200.000 volta una qualsiasi sostanza nell'acqua;
  2. Sciacquando un contenitore con quest'acqua e poi
  3. Sbattendo il contenitore contro una Bibbia e poi
  4. Sciacquando nuovamente il contenitore;
l'acqua conservasse una sorta di "memoria" della sostanza che c'era all'inizio. Essa veniva poi nebulizzata su zucchero, o incorporata in altre sostanze idroalcoliche, et voilà: secondo il principio del "simile che cura il simile", in questo modo si sarebbe trattato il disturbo (nel caso dell'ansia, ad esempio, usando un preparato omeopatico con caffeina).

Se vi sembrano stronzate, è perché lo sono: il medico tedesco di cui sopra lavorava in un periodo in cui spesso la medicina ufficiale causava danni peggiori dei disturbi che andava a cercare di curare, e per cui comunque non erano disponibili rimedi efficaci. Meglio l'acqua che niente, insomma. 
Oltretutto, esiste un principio chimico fondamentale secondo il quale, oltre una ennesima diluizione, della sostanza disciolta nel solvente (in questo caso, l'acqua) non resta più niente.

Secondo me, anche quando si tratta di curare un comune raffreddore o una botta presa in palestra, piuttosto che spendere inutilmente euro in rimedi che non rimediano a niente, è meglio conservare il denaro per vere medicine (da assumere se si è realmente malati); tuttavia, pur reputando l'omeopatia una cosa che definire pseudoscienza è farle un complimento, non sono contraria a coloro che acquistano rimedi di questo genere.

Ognuno a questo mondo ha il sacro diritto di fare quel che vuole della propria salute: e se alcuni credono di star meglio imbottendosi di sfere di zucchero a mille euro il kg, devono avere il diritto di farlo (non di farsi rimborsare 'ste cose dal SSN, ma questa è un'altra questione).
Un sacco di gente legge e crede all'Oroscopo. Pur reputandola una
cosa senza alcun fondamento astronomico o scientifico, non disprezzo
chi si fida delle previsioni astrali: semmai chi sfrutta le credenze
altrui a fini di lucro (con la sola eccezione di Masami Kurumada,
creatore dei Cavalieri  dello Zodiaco). 
L'esporre scientificamente come mai una cosa non funziona, non implica disprezzare coloro che credendoci ne fanno uso.
Non c'è ragione di tempestarmi di mail facendo insinuazioni di bassa lega sulla mia vita sessuale e sanità mentale, quindi.

Peraltro, i fiori di Bach sono dolci, buoni da mangiare, e le gomme da masticare al Rescue Remedy hanno anche un sapore insolito che mi piace molto, ma in realtà consistono nel riversare nell'acqua le "energie" di alcuni fiori e piante, lasciati in "infusione" al sole. Questa sostanza viene poi diluita - sempre secondo il principio della fantomatica "memoria dell'acqua" - in brandy e altro.
Se siete in ansia e andate al bar a farvi il grappino gli effetti sono, grossomodo, gli stessi.

Nella prossima puntata: il mysterioso Effetto Placebo, come mai non conviene contarci per guarire la Falena, e perché comunque un sacco di "discipline alternative" sono da incoraggiare se per il singolo funzionano... ovvero del perché SOLO CON L'OMEOPATIA NON SE NE ESCE, MA SE TI FA SENTIRE MEGLIO INSIEME AD ALTRE CURE SERIE, ACCOMODATI PURE.